29 ott 2009
SEDANI VERSUS FALAFEL: UN GRANDE AVVENIRE DIETRO LE SPALLE
La giunta Cenni ha annunciato l'approvazione di una nuova regolamentazione del commercio nel centro storico. Vi spicca, tra le altre, questa solenne (!) enunciazione di principio: “Nell’intero centro antico, come delimitato dalle mura cittadine, non possono essere insediate attività ritenute incompatibili con l’esigenza di tutelare le tradizionali caratteristiche culturali ed ambientali della zona. In particolare, sono incompatibili le attività che, tramite l’installazione di insegne, arredi, attrezzature o infissi, snaturino ed alterino la tradizionale vocazione storica del centro antico” (articolo 2, comma 1).
Non sappiamo dire, in tutta franchezza, se il provvedimento appaia più ridicolo o tragico: ricorda una recente parodia di Corrado Guzzanti. Cosa si intende per incompatibilità? Cosa si intende con l'espressione 'tradizionali caratteristiche culturali e ambientali'? Sono state codificate le tradizionali caratteristiche culturali? O sono inventate a seconda di ciò che si è mangiato la sera prima (una grande battaglia culturale tra sedano e felafel)? Il ristorante cinese o indiano sono già tradizionali? Il Mc Donald potrebbe aprire in centro? E infine: se quelli indicati sono fattori di degrado, le irredimibili periferie possono continuare ad essere appannaggio delle attività di scarto del 'salotto buono'?
In questo informe aggregato di petizioni di principio ed appelli alla pratesità sembra chiaro che l'applicazione del provvedimento sarà affidata alla discrezionalità degli interpreti. Tuttavia la sua filosofia appare coerente con le decisioni assunte fino ad ora dai gestori della 'polveriera': lo straniero (questa volta niente meno che il venditore di kebab) è un 'agente di disordine' e una minaccia al 'decoro' delle 'tradizioni' cittadine. Ne saranno contenti i coltivatori di identità posticce e i mitologi della Prato che fu. Tutti gli altri dovrebbero essere indotti a chiedersi che città sta diventando quella in cui le speranze di rinascita sono affidate al divieto di cibarsi di carne di montone.
foto :" Place d'Italie, Parigi febbraio 2007.La mairie del XIII arrondissement festeggia il Capodanno cinese"
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C'e' da rivendicare con orgoglio che la cultura di cui parlano codesti signori (radici cristiane comprese) non è l'unica -emmenomale- alla quale si possa far riferimento.
RispondiEliminaE per fortuna.
Buon lavoro e buon blog