16 ott 2009
TOMBOLA!!!
Finalmente anche il Sindaco Cenni ha deciso di unirsi a coloro che da tempo si esercitano nella difficile arte di indovinare mediante estrazione a sorte il numero dei cittadini stranieri che vivono a Prato. Qualche giorno fa - negli studi di Rete 37 - ha estratto dal suo personale sacchettino una cifra nuova, davvero ragguardevole: 70.000. Tanti sarebbero, secondo il primo cittadino, gli stranieri presenti a Prato (irregolari compresi, va da sé).
La novità, si badi bene, sta nel dato, non nell'esercizio dell'arte divinatoria. Sono anni che a Prato si citano cifre più o meno iperboliche senza che qualcuno, affetto dalla manìa invero un po' patologica di voler confrontare il contenuto delle dichiarazioni con la realtà, si prenda la briga di fare luce sul modo con il quale di volta in volta si formulano quelle stime.
In questa circostanza, molto modestamente, proviamo a farlo noi. Ci si scusi della prolissità delle cifre, ma qualche numero (citando la fonte) appare necessario metterlo in fila.
Dunque. Il Comune di Prato – ufficio anagrafe, dati ufficiali al 30 settembre 2009 (http://www.comune.prato.it/annuario/news2009/htm/pop.htm) – ci dice che la popolazione complessivamente residente ammonta a 186.731 unità. Alla stessa data gli stranieri residenti risultano 25.911. I cinesi residenti sono 10.623.
E' chiaro che per stimare i presenti occorre aggiungere ai dati tratti dall'anagrafe le stime sulle presenze non censite (irregolari, soggiornanti non residenti). Ma quanti sono davvero gli irregolari? 20.000? 30.000? 60.000? La risposta esatta è una sola ed è molto semplice: nessuno lo sa.
In molti Paesi (in primis gli Stati Uniti) esistono affidabili strumenti di misura dello stock di stranieri irregolarmente presenti (Chiuri, Coniglio, Ferri, L'esercito degli invisibili, Il Mulino, 2007, pp. 32-33; http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=11532). In Italia non ne esistono: recentemente sta provando a crearne uno, sperimentalmente, la Fondazione Ismu. La sperimentazione ha prodotto l'indicazione di aliquote percentuali di irregolari sul totale dei presenti differenziate per nazionalità (http://www.statistica.unimib.it/utenti/statricsoc/roma/aggiornamenti_2008_2009/Blangiardo_edME.doc). Ismu sostiene ad esempio che una tra le aliquote più alte sia quella del gruppo cinese, per il quale all'inizio del 2008 stimava la presenza di 28,4 persone non in regola con il permesso di soggiorno ogni cento persone presenti (in un lavoro più recente, in corso di pubblicazione, sempre Ismu stima gli irregolari cinesi in Toscana in 3.700 unità: il 12% dei 31.000 dei cittadini stranieri non regolari presenti in tutta la regione).
Applicando il dato dell'inizio 2008 ai dati locali, otteniamo una cifra di circa 4.000 cittadini cinesi non in regola. Troppo pochi? Stime irragionevolmente distanti dalla celeberrima 'percezione diffusa'? D'accordo. Affidiamoci dunque all'imperio della percezione (essere è essere percepiti, no?), e concediamo di triplicare questa cifra: arriveremmo a 12.000 presenze, e saremmo quindi sempre lontani, molto lontani, dai 44.000 irregolari dati per scontati dal Sindaco (70.000 meno i 25.911 residenti ufficiali).
Secondo l'Istat (istituto certo barboso, e che ha il difetto di non bucare il video) la Provincia di Prato è la seconda in Italia per incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione (11,8%, contro il 12,2% di Brescia) (http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20091008_00/). Basta questo dato, questo sì ufficiale, per evidenziare la peculiarità della situazione cittadina. Non serve, invece, l'assalto al cielo dei numeri, a meno che non si voglia uscire dal campo della discussione pubblica ed entrare in quello dello show mediatico.
Alla fine de L'uomo che uccise Liberty Valance uno sconsolato direttore di giornale diceva a James Stewart: 'quando i fatti diventano leggenda, si pubblica la leggenda'. Noi non siamo sconsolati, anche perché restiamo in attesa di essere avvisati – accadrà a momenti, ne siamo certi – dello sfondamento di quota 100.000. Fino ad allora, però, sarebbe meglio deporre il sacchettino con i numeri e pensare a sostenere argomentazioni e realizzare interventi sulla base di materiali e cifre un po' meno aleatorie.
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